CANDIDATURA EURO 2032: TRA LUCI ED OMBRE

Articolo scritto da Redazione Sportlaw

La Federazione Italiana Giuoco Calcio ha presentato negli scorsi giorni alla UEFA la manifestazione di interesse per l’organizzazione di EURO 2032.

La FIGC ha ufficializzato la propria candidatura per ospitare i Campionati Europei del 2032, competizione organizzata dal nostro Paese già nel 1968 e nel 1980, oltre ai quattro incontri disputati allo Stadio Olimpico di Roma in occasione dell’Europeo itinerante di celebrazione del 60esimo anniversario della UEFA.

Negli scorsi mesi, la FIGC è stata una delle Federazioni coinvolte nell’organizzazione di Euro2020, organizzazione che ha raccolto diversi apprezzamenti per il lavoro svolto, soprattutto dalla UEFA.

Il sistema organizzativo ha ottenuto buoni risultati, dimostrando forti doti di elasticità in un momento storico segnato dalla Pandemia da Covid-19, ad esempio organizzando in pochi giorni il base-camp per ospitare la Nazionale del Galles garantendo in contemporanea quello della Svizzera.

In competizioni come queste, la partita di apertura (inaugurale) e la partita di chiusura rappresentano i due momenti di maggior rilievo, con cerimonie dedicate e massima attenzione di tutto il sistema.

Gli osservatori ricorderanno le problematiche emerse in occasione della finale disputata al “Wembley Stadium” di Londra, al contrario la partita inaugurale disputata allo stadio “Olimpico” di Roma è stata complessivamente giudicata in modo positivo (si può dire anche un successo).

Pertanto la candidatura ad EURO 2032 potrà beneficiare di tutti gli elementi positivi emersi e già testati per EURO 2020, cominciando con l’attenzione per la pianificazione e per la prevenzione realizzata di concerto col Ministero degli Interni.

Elemento centrale e fondamentale però riguarda il tema dell’impiantistica. Tema che deve essere sviluppato su due differenti contesti, entrambi di primaria importanza.

Il primo, sicuramente il più palese ed evidente, riguarda gli stadi: sono pochi gli impianti di ultima generazione situati nel nostro Paese capaci di garantire spazi sufficienti per l’organizzazione logistica per eventi di queste dimensioni. Ad oggi, le riprese televisive impongono scelte sempre più impattanti sia sulla quantificazione e sul posizionamento delle telecamere, sia sulle esigenze dimensionali e di connessione del TV compound, ma soprattutto sulle aree di lavoro per le tante maestranze coinvolte nella gestione dell’evento stesso.

Gli stadi più moderni sono dotati inoltre di impianti di illuminazione LED, fondamentali anche per l’intrattenimento pre-partita; in manifestazioni di questo genere spesso prima dell’inizio dell’incontro assistiamo a spettacoli e/o esibizioni dal vivo. Solo un numero ridotto di stadi sul nostro territorio possiede la copertura superiore in tutti i settori per garantire le spydercam.

Negli ultimi anni diverse città e allo stesso tempo le rispettive Società Sportive si stanno adoperando per ristrutturare e/o costruire nuovi impianti sportivi anche grazie ai finanziamenti stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.) approvato dall’U.E. nello scorso 2021. La cronaca di queste ultime settimane purtroppo però rischia di rallentare i progetti specialmente a causa del forte incremento dei prezzi delle materie prime; alcune Società hanno dovuto slittare gli interventi di ristrutturazione perché l’aumento dei costi delle materie prime incide con un aumento complessivo dei costi fino al 30%. Il P.N.R.R. o anche detto Recovery Plan impone date rigide e scadenze temporali inderogabili, per questo uno slittamento dei tempi potrebbe inficiare l’intero progetto. Attualmente non possiamo né prevedere l’andamento dei costi delle materie prime e né prevedere se vi saranno interventi normativi, anche perché la problematica è di carattere Europeo e non solo di carattere Nazionale.

La seconda tematica riguarda i centri sportivi: ogni stadio selezionato per ospitare gli incontri dovrà garantire centri di allenamento e di preparazione capaci di soddisfare i requisiti delle varie Nazionali maggiori, le quali hanno sempre più richieste e necessitano di ampi spazi per le diverse destinazioni d’uso. Sotto questo aspetto i centri sportivi italiani sono spesso realizzati su concezioni più tradizionali e non soddisfano appieno le esigenze delle nazionali più storiche e strutturate. Anche su questo versante diverse Società Sportive stanno compiendo importanti passi in avanti migliorando i propri centri sportivi, ma solamente poche città riescono a garantire più centri di allenamento per ospitare i base-camp di almeno 2 rappresentative Nazionali. Ci sarebbero maggiori criticità causate dall’incremento di spostamenti e più disagi per gli atleti; inoltre per la scelta delle varie città ospitanti sono sempre intervenuti diversi fattori: l’impiantistica è sicuramente l’aspetto di primaria importanza, ma non si può trascurare l’aspetto politico.

Oltre agli aspetti strutturali c’è l’aspetto del management, sia nelle società private che in tutte le pubbliche amministrazioni che sono interessate nella realizzazione dell’evento. I tempi burocratici sono spesso incompatibili con quelli del progetto, alle riunioni preparatorie realizzate mesi prima partecipano persone spesso concentrate sulla quotidianità. Quando l’organizzazione necessita di avere risposte certe, le amministrazioni stanno ancora lavorando alla fattibilità della pratica, pregiudicando la fattibilità dell’intero progetto o di larga parte dello stesso. Ma un problema analogo è relativo al servizio che può essere erogato dai fornitori, spesso largamente inferiore ai target richiesti per tali eventi. Purtroppo il livello di servizio non è implementatile con facilità, la qualità non si improvvisa. La qualità però richiede diversi fattori, ed i fornitori devono avere anche strumenti legislativi idonei ad esempio per poter porre sotto contratto il personale di accoglienza e controllo durante le indispensabili fasi di formazione ed avvicinamento all’evento. Quest’ultimo tema è stato un punto di caduta delle recenti competizioni internazionali svolti in Italia.

In conclusione, la candidatura rimane una grande opportunità soprattutto sfruttando il grande supporto del P.N.R.R., ma affinché questo avvenga si necessita di uno sforzo sistemico per poter centrare l’obiettivo. Solo in apparenza l’evento è temporalmente lontano, ma l’obiettivo può essere centrato solamente se da oggi si fanno scelte concertate e propositive, supportate da un sistema efficace ed efficiente nel quale ognuna delle parti sarà attore protagonista.

Il cronoprogramma della UEFA prevede la presentazione del progetto di candidatura entro il 12 aprile del 2023, nella prima fase ci si concentrerà sulle strutture: stadi, centri di allenamento, hotel, ecc. È necessario che tutto il sistema lavori da oggi con l’unico obiettivo se non vogliamo farci sfuggire l’occasione.

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