Vaccini: Anche le Società Sportive possono attivarsi per vaccinare i propri lavoratori
Articolo scritto da Francesco Reo
Può una Società sportiva vaccinare i propri lavoratori all’interno dei luoghi di lavoro?
Si, le Società sportive dotate di personale e strutture adeguate, possono attivarsi per vaccinare i propri dipendenti presso le proprie strutture, mediante il coinvolgimento dei medici competenti.
La vaccinazione effettuata nell’ambiente di lavoro, affidata al medico e ad altri sanitari convenzionati con il datore di lavoro, rappresenta un’iniziativa di sanità pubblica e un’opportunità per garantire la tutela della salute della collettività.
Ai fini della istituzione dei punti vaccinali territoriali e della realizzazione della campagna vaccinale nei luoghi di lavoro, costituiscono presupposti imprescindibili:
la disponibilità di vaccini;
la disponibilità dell’azienda;
la presenza / disponibilità del medico competente o di personale sanitario;
la sussistenza delle condizioni di sicurezza per la somministrazione di vaccini;
l’adesione volontaria ed informata da parte delle lavoratrici e dei lavoratori;
la tutela della privacy e la prevenzione di ogni forma di discriminazione delle lavoratrici e dei lavoratori.
Le Società sportive che scelgono di aderire all’iniziativa dovranno dare comunicazione all’Azienda Sanitaria di riferimento, che tramite il Dipartimento di Prevenzione, secondo le modalità disciplinate dalla propria Regione, potrà effettuare controlli sullo stato dei luoghi, sui requisiti essenziali e sulla correttezza delle procedure adottate per l’effettuazione dell’attività.
Una volta verificata la sussistenza dei requisiti necessari e la disponibilità dei vaccini, verranno concordate le modalità di ritiro dei vaccini a cura del medico o del personale sanitario individuato dal datore di lavoro.
Dal punto di vista dell’organizzazione dell’attività, la Società Sportiva deve dimostrare di possedere dei requisiti preliminari:
· popolazione lavorativa sufficientemente numerosa, per l’avvio dell’attività è necessario che l’azienda abbia un numero di dipendenti preferibilmente superiori a 50;
· sede nel territorio dell’Azienda Sanitaria che fornisce i vaccini; la vaccinazione in azienda può essere utile anche per quei lavoratori che risiedono in sedi diverse dal posto di lavoro, poiché il lavoratore può aderire alla vaccinazione indipendentemente dalla propria residenza, che può essere anche fuori Regione;
· struttura organizzativa e risorse strumentali e di personale adeguate, la vaccinazione in azienda deve prevedere la presenza dei materiali, delle attrezzature e dei farmaci essenziali allo svolgimento in sicurezza delle attività, nonché del personale competente come il medico sociale di riferimento della Società e/o il personale sanitario convenzionato;
· dotazione informatica idonea a garantire la corretta e tempestiva registrazione delle vaccinazioni, è importante essere dotati di strumenti informatici che permettano la registrazione dell'avvenuta inoculazione del vaccino, secondo le modalità fissate dall’ente sanitario territorialmente competente;
· ambienti idonei per l’attività, commisurati al volume di vaccinazioni da eseguire, l’idoneità degli ambienti prescelti è valutata dall’azienda sanitaria, il protocollo prevede che la vaccinazione nei luoghi di lavoro “rappresenta un’iniziativa di sanità pubblica, finalizzata alla tutela della salute della collettività e non attiene strettamente alla prevenzione nei luoghi di lavoro; pertanto, la responsabilità generale e la supervisione dell’intero processo rimane in capo al Servizio Sanitario Regionale, per il tramite dell’Azienda Sanitaria di riferimento” che verificherà, a tal fine, l’idoneità del punto vaccinale anche attraverso uno specifico sopralluogo.
È importante sottolineare come tutti gli oneri sono a carico del Datore di Lavoro, ad eccezione dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione (siringhe/aghi), della messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione dell’attività vaccinale. L’adesione da parte della lavoratrice o del lavoratore è volontaria, il medico vaccinatore deve informare il soggetto in merito alla vaccinazione, deve illustrare i contenuti dell’informativa ministeriale e acquisire il consenso alla vaccinazione utilizzando la modulistica predisposta a livello nazionale. Successivamente alla somministrazione, il medico della Società dovrà effettuare la registrazione della vaccinazione secondo le modalità previste nella Regione/Provincia di riferimento.
Rimane inteso che la Società dovrà inoltre provvedere alla programmazione e alla somministrazione della seconda dose del vaccino, ove prevista, secondo le modalità e tempistiche previste per ciascun vaccino.
Anche se ci sono dei punti da chiarire ed è tutt’ora in corso un dibattito se convenga creare un punto vaccinale in azienda oppure affidare il servizio a strutture esterne, le Società sportive, hanno una grande opportunità: dare un segnale forte nei confronti dei lavoratori.
Sportlaw continuerà a trattare la questione, aggiornandovi sui progressi attesi nei prossimi giorni.